Originario di Minneapolis, dove è nato nel 1978, José James, insieme a Gregory Porter, è certamente il cantante jazz più interessante della sua generazione: al convincente debutto di “The Dreamer” del 2008 ha fatto seguito un contratto con la Blue Note che dopo l’interessante “No Beginning To End” lo ha spinto verso platee più ampie con un decoroso omaggio a Billie Holiday e un disco - “Love in a Time of Madness” - che lo ha avvicinato decisamente al mondo del pop. Adesso è la volta di un nuovo tributo, questa volta a Bill Withers, singolare figura di cantautore black che dopo aver inanellato una serie di successi planetari negli anni ‘70 si è ritirato dalle scene nel 1985 per restare vicino a sua moglie e ai suoi due figli. La storia la trovate nel bel film documentario “Still Bill”; la musica, oltre che in un box di nove cd - “Bill Withers: The Complete Sussex & Columbia Albums Collection” - ora è oggetto di questa rilettura fedele al limite del mimetismo di tutti i suoi brani più famosi. Prodotto da Don Was, all’origine anche del progetto per aver ascoltato James cantare un medley di Withers nei suoi concerti, registrato con una band in cui spiccano Pino Palladino al basso, la vocalist Lalah Hathaway e il sassofonista Marcus Strickland, l’omaggio si apre con la prima hit di Withers, “Ain’t no Sunshine” seguito da “Grandma's Hands”, toccante blues dedicato alla nonna.
I due terzi delle canzoni scelte provengono dai primi due album, “Just as I Am” e “Still Bill"; da "Menagerie" arriva il duetto con la Hathaway di " Lovely Day” mentre “Just The Two Of Us”, originalmente apparso in un album di Groover Washington nel 1980 (e reinterpretato solo in un “Greatest Hits” da Whiters), è qui reso in maniera fedele, con la sensibilità e il riguardo che caratterizzano un disco magari non innovativo, ma che riporta sotto i riflettori l’opera di un vero gigante. (Danilo Di Termini)