Improvvisamente Genova sembra essere diventata, discograficamente parlando, una tappa fondamentale per la pubblicazione di concerti in piano solo: dopo “Multitude”, il box di Jarrett che comprendeva l’esibizione al Carlo Felice dell’ottobre 1996, ci spostiamo di qualche metro (al meno prestigioso Auditorium del teatro lirico) e di qualche anno, al 3 marzo 2017, con Jamie Saft. Presentati come una scelta di “interpretazioni per pianoforte dal grande libro della canzone americana” i dodici brani selezionati, tra le oltre due ore di concerto, manifestano da parte del pianista newyorchese un’apertura non comune nei confronti delle musiche ‘altre’. Ma soprattutto sono la riuscita testimonianza di come si possa trovare una via originale al piano solo, lontana dalle intensità (a volte artificiose) jarrettiane o dall’improvvisazione radicale (fine a se stessa?). Se non stupisce trovare "Naima" di Coltrane e "Blue In Green" di Davis e in fondo nemmeno Dylan (cui Saft ha dedicato un intero album nel 2006) colpisce la rilettura di "Blue Motel Room" di Joni Mitchell, ma anche quella di "The Makings Of You" di Curtis Mayfeld. "Overjoyed", un brano dell’ultimo Stevie Wonder, messo a nudo rivela tutta la sua splendida architettura e non da meno sono i brani originali - "Human / Gates" e "The New Standard / Pinkus" - in cui Saft dimostra di frequentare agevolmente i territori della tradizione e dell’avanguardia. Incisione impeccabile dalla benemerita etichetta RareNoise. (Danilo Di Termini)