Una sorpresa in jazz speculare. Più o meno a ridosso del ritrovamento dei nastri con le session inedite di Bill Evans, ecco un altro ritrovamento “carsico” di un altro pianista fondamentale per la storia del jazz e della musica tutta. Speculare perché le estetiche musicali che governavano le dita sugli ottantotto tasti di Evans e di Monk non potrebbero essere più distanti: il raffinatissimo scavo armonico dell’uno sulla griglia consolidata degli standard, le composizioni originali sghembe dell'altro, affrontate con un piglio ritmico e astute dissonanze strategiche. Veniamo al punto: questo doppio cd raccoglie il meglio delle tre ore di sessions che Monk con il suo gruppo rafforzato dal giovane sassofonista Barney Wilen incise a New York per essere utilizzate dal regista Roger Vadim. Il regista aveva appena terminato di girare Les Laisons dangereuses, era ancora fresca in Francia la memoria della magnifica colonna sonora jazz di Miles Davis incisa per “Ascensore per il patibolo”. Monk era all’apice del suo fulgore creativo, anche se era fresca la memoria dell’agguato razzista di un gruppo di poliziotti, che lo avevano fermato con Charlie Rouse nella Bentley della baronessa Nica. Gran scandalo: una nobildonna inglese e due neri. Si respira una misteriosa felicità in questa stupefacente seduta, Monk recupera addirittura un giubilante gospel che suonava negli anni Trenta, By and By, e ci apre il laboratorio di costruzione di uno dei suoi pezzi più misteriosi, Light Blue, in quattordici minuti di indagine serata. Un capolavoro ritrovato. (Guido Festinese)