A voler proprio esser pignoli, esistevano già testimonianze dell'incredibile Word of Mouth orchestra diretta da Jaco Pastorius nell'82: ad esempio il Live At Budokan, con repertorio pressoché identico a molte delle tracce di questo nuovo prezioso reperto. Il punto è proprio questo, però: uno può anche ascoltarsi l'integrale delle registrazioni di un tour, poi inevitabilmente si casca su una serata speciale baciata dalla dea dell'ispirazione, della voglia di suonare, di regalare emozioni. Ed allora “quella” sera diventa la sera speciale, magica. Ora la abbiamo, anche per l'immenso Jaco Pastorius.
Che all'epoca di questa pirotecnica serata non era ancora preda dei demoni cattivi, quelli che lo porteranno a farsi ammazzare di botte fuori da un bar, cinque anni dopo. Accanto ha gente stellare, di mostruosa precisione: Lew Soloff, Bob Mintzer, Randy Brecker, Don Alias, Peter Erskine, Frfank Wess, e l'elenco potrebbe continuare a comprendere tutti i musicisti. Ma non è neppure questo che rende la serata speciale. Quando Jaco saetta un volo da calabrone di armonici sul basso fretless per introdurre The Chicken, si capisce che non ce n'è per nessuno. C'è il più grande bassista elettrico mai esistito, che si diverte, ed è concentratissimo a guidare una big band che ruggisce e scalpita.E così sarà, ad ogni brano: che sia I Shot the Sheriff o Donna Lee, è lo stesso. E se i quattordici minuti della improvvisazione per basso e batteria vi sembrano un'esagerazione, provate ad ascoltarli davvero. Mai più uno così. (Guido Festinese)