Billie Holiday, si sa, non ha lasciato eredi: impossibile competere con la sinuosa, drammatica intensità di quella voce senza potenza, ma tutta nervi e lampi e sfumature. Il contrario di Ella Fitzgerald, in pratica. Se però dovessimo indicare una lady in jazz che in qualche modo si è avvicinata senza calchi mimetici alla potenza espressiva di Billie, Abbey Lincoln sarebbe la prima candidata. Cantante, ma anche attrice, poetessa, pittrice, esponente di primo piano di quel movimento per i diritti civili nei neri d'America che oggi registra il triste avvento alla presidenza di un razzista. Abbey, che fu anche moglie di Max Roach, con il marito batterista incise We Insist! Freedom now Suite, il disco del 1960 che fu una vera bomba di fierezza e coscienza afroamericana. Lì era contenuto quel brano drammatico, Driva' Man, storia di un sadico sorvegliante dlle piantagioni che in questo live di vent'anni dopo, 1980, prende ulteriori sfumature espressive. La registrazione arriva dal Keystone in California, locale molto amato dalla sponda psichedelica del rock, e ci restituisce una delle rare occasioni per ascoltare Abbey dal vivo: il fascino discreto e potente assieme del canto jazz senza stucchevole birignao. (Guido Festinese)