Un paio d’anni fa sbucò fuori Sleeper, magnifica testimonianza di un concerto a Tokyo del Quartetto di Jarrett, anno di grazia 1979. Due anni riempiti poi dalla consueta pletora di nuovi dischi belli, perfetti , e francamente inutili di Jarrett, che da almeno un quindicennio sembra il prigioniero di se stesso. E tutta la luce musicale che arriva sembra quella di una stella spenta: la vediamo ora, brillava un tempo. Poi saltano fuori concerti dirompenti come questo incredibile set ad Amburgo del 1972, quando dunque il bizzoso genio della tastiera aveva ventisette anni, e aumentano i rimpianti per il compassato e perfetto signore d’oggi. Sul palco ci sono due titani come Charlie Haden e Paul Motian, tutti e due purtroppo scomparsi. Il pianista della Pennsylvania usa anche flauto, percussioni, e un sax soprano maneggiato usato con un tale magnifico azzardo timbrico da sembrare la ricapitolazione delle ricerche di quegli anni ruggenti e creativi. Si chiude con Song For Che: da lacrime. (Guido Festinese)