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Jazz Recensioni KURT ELLING - The Gate
 

KURT ELLING - The Gate Hot

Dettagli

Titolo
The Gate
Anno
Casa discografica
In Italia i cantanti jazz non hanno mai goduto di molto seguito. Anche Kurt Elling non è riuscito a sfuggire alla regola, nonostante un contratto con la Blue Note, che gli ha garantito sette album e buona visibilità.Da poco passato al gruppo Universal, ha scelto di confrontarsi, oltre che con i consueti standard (“Blue in green”), con una serie di canzoni dei generi più disparati: da “Matte Kudasai” che fu di Adrian Belew in “Discipline” dei King Crimson (con la chitarra friselliana di John McLean in evidenza) a “Steppin' Out” di Joe Jackson, dalla poco riuscita cover di “After the Love Has Gone” degli Earth Wind & Fire a “Norwegian Wood”. Prodotto da Don Was, con Bob Mintzer al sax e John Patitucci al basso, “The Gate” è un disco alterno, vitale, ma a tratti involuto e compiaciuto. (Danilo Di Termini)

vedi sotto video

opinioni autore

 
KURT ELLING - The Gate 2011-02-14 17:43:19 Danilo Di Termini
Giudizio complessivo 
 
68
Danilo Di Termini Opinione inserita da Danilo Di Termini    14 Febbraio, 2011
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Opinioni inserite: 1

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15  (1)
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KURT ELLING - The Gate 2011-07-06 10:54:33 riccardo
Giudizio complessivo 
 
15
Opinione inserita da riccardo    06 Luglio, 2011

recensione un po' severa

Certamente non sarà il miglior disco della storia dei vocalist, ma il giudizio complessivo mi pare un po' frettoloso.
E' apprezzabile per un vocalist del jazz, a differenza ad esempio dei vari di successo Bublé, Krall & company la ricerca di un repertorio più aggiornato rispetto al solito. Una ricerca musicale seria, perché Elling è un musicista prima ancora che un semplice cantante e soprattutto un vero jazzista, come dimostrano le sue improvvisazioni su brani ostici di Coltrane, Herbie Hancock Pat Metheny contenute in altre incisioni, evitando quindi di ricorrere sistematicamente a incisioni standardizzate e patinate tipiche dei suoi colleghi e al solito bacino di riferimento per i crooners, ossia quello di Broadway e delle canzoni alla Sinatra. Viceversa si tratta di un repertorio anche molto vario e ricercato, passando dai King Crimson a EW&F, a Stevie Wonder e i Beatles, ma non solo visto che è andato a ripescare brani tratti da dischi di fusion anni '70 per certi versi improponibili come il brano di Herbie Hancock totalmente rivisto e rivitalizzato e brani come quello di Marc Johnson inciso a metà anni '80 con il gruppo di John Abercrombie e Micheal Brecker.
Eviterei di usare e abusare il termine "cover" in ambito jazz, o in casi come questo, dove si assiste a una totale riscrittura dei brani, con particolare riferimento proprio a quello di EW&F che io invece ho trovato molto originale e riuscito. Le cover si fanno nel pop, visto che è tradizione storicamente consolidata del jazz utilizzare materiale tematico di base su cui fare totali rielaborazioni sia in termini di rielaborazione ch di scrittura, sin dai tempi di Louis Armstrong.
Disco importante, vocalist oggi se non imprescindible certamente non trascurabile.

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