"Non volevo fare un disco di world music, volevo realizzare delle composizioni originali con artisti differenti, in modo che ogni canzone potesse rappresentare l'idea che la musica supera ogni confine". Così ha dichiarato, non proprio in maniera originale, Herbie Hancock e si è messo al lavoro riunendo nello stesso disco Jeff Beck, Seal, John Legend, Los Lobos e i Chieftains (non nello stesso brano), Dave Matthews, Derek Trucks, Shankar e altri. Il risultato è una decina di brani a dir poco storici (“Imagine”, “Don’t give up”, “The Times They Are A' Changin” tra gli altri), riletti secondo l’estro degli ospiti presenti. Risultato altalenante, a volte sorprendente, altre deludente, soprattutto quando nella confusione si ritrova il piano di Hancock e s’immagina quello che avrebbe potuto essere. (Danilo Di Termini)