Christian Scott da New Orleans è l’ennesimo trombettista ad essere insignito dell'etichetta di nuovo Miles Davis. Penalizzante e riduttivo al contempo:in realtà qui siamo più dalle parti di Freddie Hubbard, perlomeno dal punto di vista strumentale. Musicalmente invece, con i primi quattro brani, molto riusciti (anche la non facile cover di “Eraser” di Thom Yorke), il riferimento più immediato è un post-jazz contemporaneo che affonda le sue radici nella musica di Jon Hassell. A partire da "Angola, LA & The 13th Amendment", con l'arrivo al proscenio del chitarrista Matthew Stevens, chiaramente influenzato da Pat Metheny, le atmosfere virano verso una musica sempre impeccabile e piacevole all’ascolto, decisamente meno interessante. Disco controverso, ma stimolante. (Danilo Di Termini)
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