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Uno studio appena pubblicato da Comitas sulle spese degli italiani per il 'divertimento culturale' evidenzia come dal 2009 il cinema abbia perso 18 milioni di spettatori, con un calo del 10% delle presenze nel 2012 rispetto al 2011. La spesa delle famiglie per l'intero settore dello spettacolo è passata da 1,3 miliardi di euro nel 2009 a una previsione nel 2013 di un solo miliardo di euro, con una riduzione del 30%.biglietti I concerti in particolare scendono dal 31,0% del totale al 24%, il calo maggiore in confronto a Mostre e musei, Teatro, Discoteche o balere. La crisi picchia duro, in particolare in quel settore dove i biglietti hanno raggiunto ormai cifre stratosferiche; così non resta che scegliere uno, due concerti e sacrificare tutto il resto. I grandi cartelloni annunciati in primavera vengono drasticamente ridimensionati o addirittura saltano interi festival: le prevendite sono troppo basse e nessuno se la sente di rischiare sullo sbigliettamento del giorno stesso. A Milano "per motivi tecnici inderogabili la rassegna Estate villa Clerici e' stata annullata": erano previsti oltre a Malika Ayane, Alex Britti, Niccolò Fabi e un po' di lirica, anche i Van Der Graaf Generator. Il consueto appuntamento settembrino di Villafranca di Verona con il festival A Perfect Day (l'anno scorso in tre giorni avevano suonato The Killers, Two Door Cinema Club, The Temper Trap, Franz Ferdinand, Mogwai, The Vaccines, Sigur Ros, Mark Lanegan Band, Deus e alt-J) è stato cancellato per "Circostanze non prevedibili". Ma anche rassegne più modeste, magari favorite da fondi pubblici, devono ridurre le loro ambizioni o spegnerle del tutto. La crisi della musica si rivela un problema a tutto tondo, non circoscritto alle vendite dei cd e dei dischi, ma che coinvolge il settore per intero: si avvicina sempre di più il momento del silenzio?

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