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La linea di confine tra la radio libera e la radio privata (oggi, esaurientemente diventata radio commerciale tout court) è rappresentata dal momento in cui le stesse hanno smesso di comprare i dischi, per ottenerli in promozione dalle case discografiche. Da quel momento in poi, dopo l'inevitabile sfoltimento e conseguente strutturazione professionale, il sogno di poter ascoltare una musica che non fosse quella delle "canzoni a richiesta con dedica" o dei dieci titoli da hit-parade, si poteva definitivamente archiviare. La situazione negli anni a seguire è andata degenerando: oggi è veramente difficile distinguere una radio dalla musica che trasmette, tanto è monotona e similare l'offerta che si ascolta scanalando tra gli 87,5 e 108 Megahertz della modulazione di frequenza. club disco1Ma con la crisi del mercato discografico il fenomeno dell'appiattimento dell'offerta ha raggiunto vertici paradossali: il singolo, quello che una volta si chiamava 45 giri e mini-Cd in ossequio al formato che lo supportava, ha definitivamente preso possesso delle play-list radiofoniche. Il fenomeno è bizzarro (e in parte inspiegabile): l'artista pubblica una canzone, in genere qualche settimana prima dell'intero album, e tutte le radio (che lo ricevono gratuitamente dalle case discografiche) si affannano a inserirlo nella programmazione, anche quattro, cinque volte al giorno. L'uscita dell'intero disco (che nessuno compra, ma questo è un altro discorso) non modifica di una virgola le cose: tutti continuano a trasmettere lo stesso brano, identificato come singolo, senza minimamente preoccuparsi di cos'altro contenga il disco intero. Tre-quattro mesi dopo (a volte sei, se il primo singolo funziona particolarmente bene) la casa discografica manda in giro un altro comunicato con allegato un nuovo singolo: e tutti a trasmetterlo (compresi i due canali RAI che hanno deciso di partecipare alla gara al ribasso con le rivali commerciali) presentandolo in pompa magna, nonostante fosse in realtà disponibile da tempo e per tutti. Pigrizia, ignoranza o connivenza: non è dato sapere quale di questi aggettivi si attagli alla situazione che si è creata oggi. Di fatto la speranza di ascoltare qualcosa 'fuori dal coro' è definitivamente tramontata. Con l'aggravante che il 'singolo' non ha nemmeno il lato B: con i criteri di oggi, chissà quando avremmo ascoltato "Be Bop A Lula" di Gene Vincent, "I will survive" di Gloria Gaynor," Canzone di Marinella" o "Guns of Brixton", tutti originariamente relegati dietro una facciata A che nessuno ricorda. Non resta che armarsi di pazienza e fare da soli, magari cercando pazientemente sul web: se siete fortunati potreste imbattervi in Radio Gazzarra (la webradio di ArciLiguria) e nel programma "Il club del disco", condotto da Ida Tiberio. Un'oasi nel deserto.

 http://gazzarra.org/2013/05/07/il-club-del-disco-puntata-5-300413/

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