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Lo staff di Matteo Renzi deve averci pensato molto: come segnare in modo inequivocabile il cambiamento? Va bene lo slogan, asciutto al limite della banalità – Adesso -; va bene il look, cravatta e camicia bianca con maniche arrotolate, lo stile generale - nessun simbolo del PD - la grafica minimale in rosso e blu, evidentemente ispirata alle convention americane. Ma nelle accaldate riunioni di fine estate, il think-tank renziano deve aver trascorso non poche ore sulla scelta della musica che avrebbe accompagnato l'esordio del sindaco di Firenze nella corsa alle primarie del Partito Democratico.renzi1 Scartato il cantautore, indissolubilmente legato all'Ancien Régime (De Gregori e Fossati in primis), addirittura coincidente anagraficamente con quella generazione che "ha fatto il '68 e che si crede sempre la meglio gioventù"; basta anche con l'ex giovane Jovanotti ("Mi fido di te", colonna sonora della proclamazione di Veltroni come segretario del PD), e con l'improbabile Angelo Branduardi (la sua "Si può fare" divenne slogan della campagna elettorale del 2008). Insomma giovedì scorso a Verona c'era grande attesa per scoprire di chi sarebbero state le note che avrebbero fatto da sottofondo trionfale all'entrata del 'rottamatore': e non poca sorpresa ha destato la scelta del ritmo incalzante di "Titanium" del dj parigino David Guetta, nato nel 1967 e quindi da considerarsi praticamente un classico per Renzi, di otto anni più giovane. Ma ad un'analisi testuale del brano si comprende perfettamente la raffinata scelta: dall'iniziale, esemplificativo, "Gridi ad alta voce / Ma non posso sentire una parola di quel che dici / Sto parlando ad alta voce non dico molto" si finisce con "Tu mi abbatterai ma io non cadrò / Io sono in titanio" ripetuto fino allo sfinimento. Impossibile riassumere meglio un programma di governo.

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