Con il primo disco Jessica Pratt ci aveva sorpresi, per la voce originale e per la difficoltà di inserire la sua musica in un genere preciso. Conil secondo, On Your Own Love Again, si evidenziava una scrittura affine a certe colonne sonore di film, magari francesi e a certe cantanti degli anni ‘60; chitarra arpeggiata, voce eterea e grande fascino. La trentenne di Los Angeles con Quiet Signs ha fatto un passo avanti, il disco è finalmente registrato professionalmente, e si sente; ogni riverbero è studiato alla perfezione e i pochi strumenti che accompagnano sono chiari e delicati sullo sfondo. Le canzoni sono brevi ed evanescenti (forse persino reticenti) tanto che il disco dura ventotto minuti compresa l’intro strumentale Opening Night, dedicata all’omonimo film di John Cassevetes (titolo italiano La Sera della Prima).
Vista la brevità, l’ascolto ripetuto giova parecchio a questo disco, provare per credere! (Fausto Meirana)