C’è il rischio che sia semplicemente cercare rifugio in ciò che si conosce, per ripararsi dal disordine intorno, o meglio dalla sua caotica percezione. C’è il rischio dell’abitudine, del confortevole, del reducismo acuto. Detto questo, perché tacere che il nuovo album dei GBV (lo zilionesimo, facendo i conti a mente) è una meraviglia? È pieno di canzoni (al solito: brevi, un po’ sbracate, melodiche) riuscite; mescola aggressione e riflessione in giuste dosi, come da vetusto ricettario indie rock. Sono oltre 20 anni e 30 album che i GBV non si fermano. Anzi, il leader Robert Pollard ha pure pubblicato un più che discreto disco solista, l’anno scorso. È facile dare per scontato Motivational Jumpsuit, anche per i seguaci (rimasti). Ma è pure un errore, veniale forse, ma pur sempre errore. Svariate centinaia di canzoni, e (quasi) non sentirle. (Marco Sideri)