Nel guazzabuglio di dischi che invade la musica, la soluzione migliore, per chi suona e per chi ascolta, è farsi i fatti propri. In un’epoca dove latitano musicisti capaci di mettere d’accordo tutti, ognuno ha i protagonisti che vuole (e trova). Dà l’idea di farsi i fatti propri, Micah P, che torna con un disco lungo e denso dopo un silenzio prolungato. Si fa i fatti suoi perché non cambia, nella sostanza, la sua versione dolorosa di country d’autore. E se li fa perché cambia, a suon di sfumature e piccole sorprese, quanto basta a non stancare. E così tra le solite belle ballate, infila un po’ di elettricità da taverna, qualche pianoforte solitario, qualche variazione personale sul tema Johnny Cash. Scrive bene, a volte benissimo, e tanto basta (e avanza) per continuare a seguire la sua strada vagabonda dal Texas all’oramai impolverato pantheon della canzone americana. (Marco Sideri)