È un’America(na) riottosa, quella dei Willard Grant Conspiracy. Riottosa e magra. Fatta di voce, arpeggi e viola. Pare di vederla, la Repubblica fantasma del titolo, scorrendo le strofe. I WGC sono oggi Robert Fisher, voce, barba e chitarra, e David Michael Curry, viola e poco altro. Sono lontani i tempi e i suoni da Americana Garage Folk Band, come il gruppo si definisce online. Resta la desolazione delle ballate, il passo perlopiù lento e la polvere tutto intorno. È difficile dire che questo è un disco per tutti, che anche chi non segue il genere s’innamorerà di GR. Anzi, è falso. La rarefazione e la durezza dei pezzi (scenari strumentali interrotti dal baritono di Fisher che tratteggia melodie folk) potrebbero annoiare. D’altro canto, il canto che conta, GR è uno dei dischi più compiuti e affascinanti del gruppo, e dell’anno. E siamo già a ottobre. (Marco Sideri)