Ascoltando l’inizio di Easy Easy, prima in scaletta, si potrebbe tranquillamente dire che è una vecchia registrazione di Joe Strummer: la voce B&B (bianca & biasciata), la grinta tra recitato e cantato. KK è nato nel 1994 e questo esordio lungo arriva dopo gli obbligatori singoli (più o meno) sotterranei. Arriva ed è ingenuo, acerbo e coinvolgente, tutto quello che un esordio dovrebbe essere. Chiaramente londinese, 6 Feet… ricorda il rap stradaiolo di gente come The Streets e la voglia di contaminazione che fu della new wave dei primi anni 80. C’è elettronica casalinga, bassi reggae, chitarre slabbrate e punk (nello spirito più che nel corpo) insieme alla voce del protagonista che sproloquia senza posa. L’album suona come un’unica suite, le canzoni che si fondono una nell’altra. Ingenuo, si diceva, acerbo, e coinvolgente. In questo caso: tutti e tre compimenti. (Marco Sideri)