E quattro. Come spesso accade con i gruppi dalla spiccata personalità musicale, in Broadside cambia tutto e non cambia nulla rispetto alle (tre) prove precedenti. Non cambia l’ipotesi Bellowhead: gonfiare la tradizione folk britannica (ma proprio la tradizione: zero contaminazioni) con arrangiamenti da big band; ottoni, archi, tamburi, cori, chitarre e corde d’ogni sorta. Cambia, o meglio si fa più ordinato, il modo: non che i Bellowhead siano mai stati dei selvaggi, ma qui ogni cosa è veramente al suo posto; suoni, arrangiamento, malinconia, euforia, melodia. Insomma Broadside è il folk fatto musical; una proposta di grande respiro e fruizione facile-facile. Quindi: un disco per tutti con spazio, per chi vuole e sa, per cercare il particolare, il riferimento, il trucco nascosto. Se ancora accadesse, i Bellowhead con questo disco diventerebbero famosi. (Marco Sideri)