Il primo ascolto di Psychedelic Pill, ultimo, doppio album di Neil Young, è spiazzante: sembra di avere a che fare con un “angry young man” intemperante e viscerale, pervaso da una passione irrefrenabile per la musica e dotato di una voce straordinaria. Invece, si tratta dell’ennesimo lavoro di un vecchio leone, ancora perfettamente in grado di ruggire. Neil Young torna a collaborare con i Crazy Horse, la sua band “storica”, a pochi mesi da un album interessante, ma piuttosto “accademico” come Americana. Psychedelic Pill, invece, contiene l’essenza musicale e poetica del grande song writer canadese. Neil Young offre tredici brani lunghissimi e ammalianti, nei quali la sua chitarra graffia come ai tempi di Zuma e Rust Never Sleeps e accarezza come se Harvest non appartenesse ad un nobile passato. Drifting Back, Walk Like A Giant e Ramada Inn, ipnotiche e dilatate come un sogno psichedelico, valgono , da sole, l’ascolto di quest’album intriso di passione e talento. Onore al merito, Mr. Young! (Ida Tiberio)
(vedi sotto video)