Suonare come musicisti che sono stati attivi prima di te (Gram Parsons, New Riders of the Purple Sage) è normale, ma somigliare a gente arrivata dopo (Fleet Foxes, Jonathan Wilson) è un po’ più strano. Però non è colpa dei Beachwood Sparks essersi messi a fare musica gentile fra country e psichedelia a fine anni ’90, cioè troppo tardi per la prima esplosione di quel tipo di suono e troppo presto per la seconda. Oggi si riuniscono, probabilmente per riaffermare la loro primogenitura sul revival delle buone vibrazioni californiane, ma anche perché nell’ambito delle “pigre canzoni per caldi pomeriggi d’estate” (Tarnished Gold, Talk About Lonesome) sembrano avere pochi rivali. Forse ci mettono più metodo che passione o forse per questa volta vogliono solo rientrare sull’autostrada roots; per i sorpassi attendiamo il prossimo disco. (Antonio Vivaldi)