A prescindere, pour moi, uno dei dischi (pochini) dell'anno...Direi che chiamarsi Society For Cutting Up Men (dal manifesto di Valerie Solanas, quella che sparò a Warhol...), per gli amici S.C.U.M. (che invece in inglese vuol dir dell'altro...) è abbastanza impegnativo, se non presuntuoso. E invece devo dire che questi giovini sparano fuori prima alcuni singoletti contagiosi (qui riproposti perchè son finiti i tempi dei 45 giri introvabili) e poi se ne escono con un album (si dice ancora così?) non da strapparsi i capelli ma ricco di piacevoli spunti dietrologici. Suoni perfettamente in linea con l'immagine dei quattro (tra il post punk e il glam) che bignamizzano attualizzando Joy Division, Pulp e Peter Hammill, love songs ispirate e poco banali e un entusiamo da guardascarpe che qualcuno ritroverà con piacere. Pompati, ahiloro, dalla stampa britanica, mi auguro non ne risentanto perchè l'humus c'è e forse anche qualche barlume di orginialità. A me piace assai anche se ci sento tutte le ingenuità dell'opera prima, insomma non un capolavoro ma neanche un usaegetta come tanta roba. Sparate ai vostri festini retro dark White Chapel e Amber Hands, grandi salti e rimorchio assicuratI, come trovarsi in una puntata qualsiasi del grandissimo Misfits. Un appello ai giovani musicisti: tirate fuori le palle e fate cose orginali perchè siam stufi di scrivere di questo che ricorda quello e così via. (Marcello Valeri)
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