Non stupisca l'immagine forte di copertina: Friday è irlandese e quella foto è ispirata all'ultima immagine del funerale dell'eroe nazionale Michael Collins. In effetti l'intero lavoro (atteso dal sottoscritto per ben 17 anni in cui di tutto è e mi è successo...) suona, a parte l'iniziale Able, molto debitrice del suond U2 (ma si sa che lui e Bono sono amici dall'infanzia), come un lungo requiem in cui tutte le tematiche care a Gavin Friday vengono proposte su basi sonore attuali ma, al tempo stesso, già demodè. Devo dire che mi aspettavo ben altro ma forse è, invece, giusto così, in fondo non si può pretendere che un artista rimanga sè stesso e quindi il passato da cabaret volgarotto, gli ululati e le sguaiate canzonaccie hanno lasciato il posto a sussurate canzoni che consiglio di ascoltare solo quando il buio è calato, meglio se da soli. Parte di questa trasformazione credo sia dovuta al fatto che lo storico partner, Maurice "The Man" Seezer non sia più della partita e questo mi fa pensare che molte delle idee passate fossero farina più del suo sacco che di quello di Friday che, oltre ad essere autore e cantante è sempre stato soprattutto performer (e che perfomer). Insomma qui nè Virgin Prunes nè chansonier, ma solo una confessione e, forse, una catarsi. Infine, cosa vogliamo dai nostri idoli: se ripetono se stessi son sempre uguali, se cambiano non son più quelli di una volta. Molto femminile, no? (Marcello Valeri)
Rock
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GAVIN FRIDAY - Catholic
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GAVIN FRIDAY - Catholic
2011-04-30 09:31:50
Marcello Valeri
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Opinione inserita da Marcello Valeri 30 Aprile, 2011
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