La strada dei Liars comincia, otto anni or sono, con un disco dal tempismo perfetto. They Threw Us All In A Trench... (2002) cavalcava il revival punk-funk, rivisitando l'impeto di Pop Group o Gang Of Four, e facendo notare il terzetto a pubblico e stampa (specializzati). Sarebbe potuta continuare così, l'avventura, magari appassendo col volgere dei trend. Invece i dischi seguenti e questo recente Sisterworld hanno perfezionato una formula personale. Le canzoni dei Liars oggi si possono definire ballate tribali. Vivono di linee melodiche salmodianti e improvvise esplosioni di ritmo, bassi profondi e rare chitarre post punk. L'ascolto, lontano dal pop (in ogni senso), è esperienza avvolgente e consigliata a chi ama sperimentare (ma non troppo). Unico difetto: Sisterworld funge estremamente bene da riassunto dei Liars 2010; per il prossimo disco, urge una nuova svolta. (Marco Sideri)
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