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Rock Recensioni SUPERSILENT - 8 (Rune Grammofon 2007)
 

SUPERSILENT - 8 (Rune Grammofon 2007) Hot

ImageNessun titolo in copertina, peraltro un elegante e asciuttissimo rosa antico scelto evidentemente con cura maniacale. In casa Rune Grammofon devono essersi fatti un punto d’onore di superare in minimalismo e sottrazione i grafici dell’Ecm. L’8 è indicazione di cronologia per un percorso iniziato una decina d’anni fa, quando Helge Sten, un signore con l’hobby dei soundscapes elettronici e della produzione incontra i Veslefrekk, che all’epoca suonavano free jazz. Non, per intendersi, quello puntuto e parossistico che alberga da quattro decenni nel Nord Europa, ma tutt’altre regioni di libertà (più vicine al coevo post rock chiacagoano), evidentemente ben consolidate già allora a Oslo. Sta di fatto che il quartetto si fa un punto d’onore di improvvisare con l’elettronica in tempo reale, nulla concedendo al boom boom dance travestito che infesta tante esperienze del genere.

Qui si va da tutt’altre parti: in quelle lande desolate o ultrafertili già attraversate dai primissimi Tangerine Dream, nell’antro di Vulcano abitato dai Faust e da quegli svalvolati degli Ash Ra Temple. Un decennio dopo, sorprende la freschezza estrema di questa ormai consolidata compagine musicale che, nel frattempo, ha trovato modo di collaborare con tanti, tanti “eretici” dai bordi delle musiche. Qui ad esempio, in questa ora di musica ricavata da cinque ore di improvvisazione totale, dopo ampi excursus che faranno la gioia degli amanti della industrial music più “ambientale” interviene Arve Heriksen, altro piccolo tesoro musicale del grande Nord. La mente vaga, loro hanno il pieno controllo dei cursori. (Guido Festinese)

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