Preceduti da una buona campagna pubblicitaria e da un’attenta cura per l’immagine ipergotica, gli Horrors arrivano con “Strange House” al loro primo LP. L’ispirazione diretta della giovane formazione è il garage punk mid-sixties, secondo una formula già sperimentata negli anni ’80 da band come i Cramps, i Fuzztones e i primi Misfits. Non si tratta però di puro e semplice revival. Dove le migliori esperienze del passato, come i Sonics o i Music Machine e i loro discepoli, non voltavano le spalle al soul, gli Horrors optano piuttosto per un suono influenzato dal post-punk (“Little Victories”) e dal noise (“Gil Sleeping”, “A Train Roars”). Il risultato non è forse un capolavoro, ma un disco altamente godibile, sicuramente consigliato a quanti hanno nostalgia per i vari “Nuggets”, “Pebbles” e “Back From the Grave”. (Marina Montesano)
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