Quando Ringo in “Yellow Submarine” girava per le stanze dei suoi compagni ad un certo punto trovava la creatura di Frankestein che, grazie ad una pozione, diventava John Lennon. Girando il cannocchiale del tempo e dello spazio Viktor Von Martin e prole ripetono l’esperimento e trasformano il quartetto di sir in una creatura cut up che se avesse subito il medesimo trattamento da altri saremmo già in odore di Lesa Maestà. “Love” non è , come le recensioni ante uscita millantavano, “il nuovo disco dei Beatles” ma, sotto certi aspetti ci va vicino : per rendersi conto del lavoro di George Martin e Figlio fatevi , come un tempo, una cassettina con gli stessi titoli però presi o dai vs. vinili o dagli analoghi cd e scoprirete che, effettivamente, “Love” ha un suono più nuovo del nuovo e chissà che qualche creatura da un altro pianeta non scambi questa collezione di canzoni per plagi di XTC… Comunque per le feste che si avvicinano una buona colonna sonora (ma coprite le orecchie ai bambini alla fine di “Being for the benefit of Mr.Kite...perchè c’è da avere paura) e se proprio volevate “il nuovo album dei Beatles” andate a cercarvi i due lavori dei Rutles. (Marcello Valeri)