Radio Disco Club 65

FREE DALL di Danilo Di Termini

Sono le ore 14 e do a tutti i letto-ascoltatori il benvenuto alla prima puntata di Free fall - Jazz a caduta libera. Sono Danilo Di Termini e nonostante da Disco club il jazz sia da sempre discriminato sono riuscito a insinuarmi con questo appuntamento in questa radio sui generis in cui ascolteremo un po' di novità e qualche classico. Iniziamo subito con il nuovo album di Kenny Barron: il disco si chiama Without Deception e insieme a lui ci sono Dave Holland al contrabbasso e Johnathan Blake alla batteria. Buon ascolto


Un grande pianista di Philadelphia ci porta a un suo concittadino, purtroppo da poco scomparso. Sto parlando di McCoy Tyner, uno dei pochi musicisti jazz apprezzati da Giancarlo, forse perché negli anni '80 i suoi dischi vendevano anche abbastanza. Per ricordarlo ci vorrebbero due o tre trasmissioni, accontentiamoci di questa meravigliosa versione di Satin Doll di Ellington tratta da Nights, Ballads and blues. È ancora uno dei dischi consigliati da Gian a chi gli chiede: vorrei comprare un disco di jazz...


Con McCoy Tyner al piano, in questo disco del 1963 c'erano Steve Davis al contrabbasso e Lex Humphries alla batteria. Cambiamo città e andiamo a Chicago per un disco appena uscito per la International Anthem: si tratta del nuovo di Jeff Parker, il chitarrista dei Tortoise.
In "Gnarciss" il gruppo è arricchito dal violoncello di Katinka Kleijn, dalla tromba di Rob Mazurek e dalla batteria Makaya McCraven. Il brano è im omaggio è a un grandissimo tenore della storia del jazz, Joe Henderson, di cui si riascoltano estratti da "Black Narcissus".

E restiamo a Chicago con Makaya McCraven, beniamino delle nuove generazioni che si avvicinano al jazz. Il suo ultimo lavoro è un omaggio a un gigante della musica black, Gil Scott-Heron, di cui ha risuonato il suo ultimo disco: I'm New Here!

Impossibile non riascoltare l'originale, che personalmente continuo a preferire. L'originale di Scott-Heron perché in realtà il brano è di Bill Callahan (lo trovate in A River Ain't Too Much to Love)

E ora un piccolo scartamento: il nuovo disco dei #Coldplay è veramente un gran disco con delle venature molto black. Ne volete la prova? Eccoli, Chris Martin e il chitarrista Jonny Buckland con un coro di nove elementi che interpretano Cry Cry Cry in un live della NPR

Ancora un brano da questa splendida esibizione, anzi due. Uno è BroKen sempre dall'ultimo disco, mentre si seguito una cover di Prince di 1999 all'altezza dell'originale. Per sentire l'intera esibizione (che dura una ventina di minuti) andate sul sito di NPR....

Ultimo brano di oggi, un pianista francese che ha appena pubblicato un nuovo album, ma che qui riascoltiamo in un disco di qualche anno fa in duo con un trombettista. Sono Marc Benham e Quentin Ghomari e insieme si fanno chiamare Gonan city. Il pezzo è intitolato Auprès des Douces Eaux. Ci sentiamo presto con Free Fall - Jazz a Caduta libersa, buon pomeriggio a tutti da Danilo Di Termini

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Oh Girls di Ida Tiberio

Già...la puntata "virtuale" di oggi si occuperà di ragazze. Ragazze che hanno il dono di una vocalità molto suggestiva che sanno come scrivere canzoni sfoderando un talento solido e originale e anche una buona dose di inquieto lirismo. Abbiamo individuato le prime sei cantautrici che rispondono perfettamente ai requisiti richiesti e che, grazie al loro lavoro di ricerca e rielaborazione sonorità indi-folk, hanno avuto l'apprezzamento della critica specializzata. Il che vorrà pur dire qualcosa. O no?
La prima è Sharon Van Etten, La cupa e talentuosa ragazza viene dal New Jersey (ma il Boss è distante anni luce da lei) ed è attratta dalla tradizione folk che rielabora in un modo molto personale.


 

Un'altra è Melanie De Biasio. Italo-belga: una passione infantile e adolescenziale per la danza classica e poi l'incontro fatale con la musica. Il jazz, il grunge (è stata una grande fan dei Nirvana), le venature elettroniche del pop inglese: il tutto è confluito in una produzione discografica di grande qualità.


 

Terza, Julia Holter, una LA Woman che in pochi anni si è affermata come songwriter e produttrice. Nei suoi album ci sono tracce di musica d'ambiente e richiami al pop più raffinato.


 

A proposito di ragazze, o ex-ragazze, che dire di un'altra fascinosa LA Woman con sangue messicano di Nome Hope Sandoval? Pare non brilli per cordialità ed empatia ma ha una voce bella e seducente. Gli Opal e i Mazzy Star le devono molto



Massimo rispetto anche per Miss Chan Marshall, in arte Cat Power. La musica, per lei, è una sorta di lascito familiare (il padre era un pianista blues) ma anche una via d'uscita alle numerose inquietudini adolescenziali. Oggi è una cantautrice di culto, e la bellezza minimale e soave delle sue canzoni fa sì che certi atteggiamenti bizzosi e non proprio accomodanti (pare che abbia interrotto dei concerti perché il lavoro dei tecnici del suono, a suo dire, non era adeguato) le vengano facilmente perdonati.


 

Anche Brandi Carlaile ha la propensione alla musica scritta nel DNA. Duetta con la madre in un brano country a otto anni (sì, avete letto correttamente, otto anni!), compra la prima chitarra acustica a quindici e poi via...senza tentennamenti nel mondo del songwriting, passando attraverso i locali di Seattle e un buon contratto discografico con la Columbia.


 

Con Brandi finiamo questa mia prima puntata. Vi do l'appuntamento a venerdì, stessa ora. Buona giornata e ricordatevi "Io resto a casa" e Disco Club vi tiene compagnia!

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