È con il nome di Crosscurrents trio che Dave Holland, Zakir Hussain e Chris Potter nell’estate del 2018 hanno presentato la loro musica nel corso di una tournée che aveva toccato anche l’Italia. Succederà anche prossimamente, ma intanto esce questo disco in ci i nomi loro compaiono in bella vista ed è giusto così perché sarebbe davvero un peccato lasciarsi sfuggire questo ascolto. Si tratta di un vero e proprio supertrio con uno dei contrabbassisti più importanti della storia del jazz, una star mondiale delle tablas e un sassofonista che nei contesti in cui non è il l’esponente di punta, opinione ovviamente molto personale, riesce a dare il meglio di sé.
Si tratta di una formazione senza leader, in cui ognuno porta il suo contributo, anche in termini compositivi, in maniera assolutamente egalitaria: il disco si apre con "Ziandi" - il primo di tre brani di Potter – seguito dalla sinuosa "J Bhai" di Hussain e da "Lucky Seven" di Holland; è un jazz arricchito dalla poliritmia tipica del continente indiano, come nella misteriosa "Suvarna"; ma "Island Feeling" di Potter è sostanzialmente un blues mentre "Bedouin Trail" trova nel jazz modale la sua ispirazione; nella conclusiva “Mazad” una citazione di “A Love Supreme”mantiene la promessa dell’intreccio di correnti del titolo, confermando la bontà di un progetto che merita sicuramente l’ascolto, e possibilmente anche la visione dal vivo. (Danilo Di Termini)