Registrato il 10 novembre del 2018 all’Auditorium del Parco della Musica della città che gli dà il titolo, durante un breve tour che vedeva riuniti per la prima volta i cinque musicisti coinvolti (oltre ai due titolari Giovanni Guidi al piano, Dezron Douglas al contrabbasso e Gerald Cleaver alla batteria), il nuovo disco di Enrico Rava arriva giusto in tempo per celebrare i suoi ottant’anni. E lo fa nel migliore dei modi, con più di un’ora di musica stupefacente che iniziano con due brani di Rava, una nuova versione di “Interiors” (da “New York Days” inciso nel 2008 dal trombettista triestino di nascita) e una di “Secrets” dall’album omonimo del 1987 (già ripresa nel 2005 in “The Words And The Days”).
Atmosfere diverse: meravigliosamente sinuoso il primo, spigolosamente nervoso il secondo, ma uno stesso concetto musicale, il desiderio di scovare gli ‘angoli segreti’ della musica che si sta suonando. E immediatamente appare chiaro che la presenza di Guidi è quella di un vero e proprio direttore musicale (è lui il legame con gli altri due membri della ritmica), capace di dettare i tempi, le pause e i silenzi, anche ai due veterani con i quali si confronta. Subito dopo è il momento del sassofono tenore di Joe Lovano: dal suo repertorio provengono “Forth Worth” (città natale di Ornette Coleman e Dewey Redman), aspreggiante funky spruzzato di blues e l’unico inedito dell’album“Divine Timing”. Per chiudere un medley con “Drum Song” in cui Lovano imbraccia il tarogato – uno strumento a fiato tipico della tradizione ungherese e romena - “Spiritual” di John Coltrane (l’altro grande ispiratore del sassofonista) e un classico come “Over the Rainbow”, in cui a Guidi è lasciato il compito di chiudere in solitudine. Forse abbiamo parlato poco di Rava, del meraviglioso timbro del suo flicorno che con il passare degli anni si è fatto ancora più meditativo, mantenendo sempre la sua brillante irruenza; ma forse solo perché la cosa migliore da fare è sempre quella di ascoltarlo. In silenzio. (Danilo Di Termini)