Joachim Kühn è uno dei pochi pianisti ad aver avuto l’onore di condividere il palco con Ornette Coleman, notoriamente poco avvezzo alla frequentazione dello strumento: il disco in duo registrato a Dresda nel 1996 – purtroppo fuori catalogo – resta uno dei migliori del sassofonista scomparso quasi quattro anni fa. Questo omaggio, oltre che riportare l’attenzione su uno dei più grandi interpreti del jazz contemporaneo, ha anche il merito di svelare un repertorio inedito: infatti al di là delle due versioni di “Lonely Woman” (da “The Shape of Jazz to Come” del 1959) che aprono e chiudono il disco, gli altri undici brani presenti, pur essendo tutti a firma di Coleman, non appaiono in alcun album ufficiale.
Così ne racconta JoachimKuhn la genesi: “Dal 1995 al 2000 sono riuscito a suonare 16 concerti con Ornette. Prima di ogni concerto ha scritto dieci nuove canzoni, che avevamo poi elaborato e registrato nel suo studio Harmolodic ad Harlem per un’intera settimana. Dal momento che voleva che fornissi, come lo chiamava, le carte (suoni) per le sue melodie, ero direttamente coinvolto nel processo di composizione ... ora sono l’unico che ha tutte le registrazioni e gli spartiti di questi 170 pezzi, quindi ora, dopo circa vent’anni, li ho ricomposti e registrati per pianoforte solo”. Il primo, forse non casualmente, si intitola “Lost Thoughts” - Pensieri perduti – quasi a volerci dire che quelli che seguiranno forse sono solo schizzi o bozzetti di brani che il pianismo di Kuhn si incarica di portare a compimento. E lo fa nel suo stile, che resta quello di un musicista ‘d’avanguardia’, capace però di diventare improvvisamente accessibile, ai limiti del romanticismo. Il suo tributo personale si conclude con una composizione originale, "The End Of The World": dopo in effetti non c’è che il silenzio. (Danilo Di Termini)