Riedizioni e nuove scoperte di inediti – più o meno interessanti – sono comunque sempre un’occasione per tornare sui protagonisti – più o meno importanti – della storia del jazz. Se con Coltrane o Bill Evans, giusto per fare due nomi che negli ultimi tempi hanno beneficiato del lavoro di indomiti topi d’archivio, l’attenzione mediatica è ai massimi livelli, questo disco di Joe Pass rischia invece di passare inosservato.
E sarebbe un vero peccato perché la riedizione di “Joy Spring”, con l’aggiunta di quattro tracce aggiuntive, è un riflettore accesso su uno dei maestri della chitarra jazz. Pass troverà il punto di svolta della sua carriera nell’incontro con il produttore Norman Granz, nel 1973, quando comincerà a pubblicare per la Pablo in solo (il primo disco, “Virtuoso”, è un classico del genere) e come sideman a fianco di Oscar Peterson, Zoot Sims ed Ella Fitzgerald; ma il suo stile chitarristico, limpido e impeccabile, è già ampiamente formato. Lo dimostra in questa registrazione - prodotta dalla Pacific Jazz il 6 febbraio del 1964 e mai pubblicata fino all’edizione Blue Note del 1981 – in compagnia di Jim Hughart al contrabbasso, Colin Bailey alla batteria e Mike Wofford al pianoforte. Il repertorio è formato da classici del bebop - ”Joy Spring”, “Some Time Ago”, “The Night Has A Thousand Eyes”, “Relaxin' At Camarillo”, “There Is No Greater Love” - tutti riletti in maniera straordinariamente piacevole e sommessamente originale. Edizione in vinile a 180 grammi che si ferma a sei traccie aggiungendo comunque “Bag’s Groove” rispetto all’edizione precedente.