Nel 2010 “Never Stop”, il primo disco di soli standard del gruppo, veniva a sancire una nuova fase della formazione composta dal contrabbassista Reid Anderson, dal batterista Dave King e dal pianista Ethan Iverson. A quel titolo ne sarebbero seguiti altri tre composti esclusivamente di brani originali, inframmezzati da una collaborazione con Joshua Redman. Adesso con “Never Stop II” inizia una nuova fase segnata dall’ingresso nel gruppo di Orrin Evans, il pianista chiamato a sostituire uno dei fondatori dei Bad Plus: dopo quasi vent’anni in effetti il cambiamento era ormai inevitabile, visti i risultati musicali del mediocre “It's Hard” del 2016 (e anche dal poco interessante concerto dell’estate scorsa al Festival Gezmataz).
Evans si presenta subito come un pianista vigoroso, capace di inserirsi nel linguaggio consolidato del gruppo e di affrontarlo con buona energia innovativa (alla McCoy Tyner), anche nei brani più riflessivi (“Kerosene” e “Seams”). Restano alcuni difetti endemici – l’eccessiva ‘teatralizzazione’ dei brani accentuata da spinte ‘prog’ cui fanno da contraltare improvvise semplificazioni romantiche – ma forse per gli estimatori questi vanno rubricati alla categoria pregi. Riuscire a ripartire senza fermarsi non è semplice, ma in questo l’operazione può definirsi felicemente riuscita. (Danilo Di Termini)