Sassofonista ormai affermato, Chris Potter continua ad alternare una carriera al fianco di mostri sacri come Dave Holland o Pat Metheny a progetti da leader, approdati da qualche anno sotto l’egida ECM. Questo è il terzo album per l’etichetta di Monaco, dopo il primo ispirato dall'Odissea di Omero, “The Sirens”, e il secondo alla testa di dieci elementi dell’Underground Orchestra. Qui siamo nella classica forma del quartetto coltraniano e la citazione non è casuale poiché le prime note di “Heart in Hand” rimandano inevitabilmente a “Naima”, la splendida ballad di “Giant Steps”. “Ilimba” è invece una lunga cavalcata, in cui Potter riecheggia l’altro suo grande mentore Sonny Rollins, dove c’è spazio per il pianoforte di David Virelles e la batteria di Marcus Gilmore (direttamente dal gruppo di Vijay Iyer, nonché nipote di Roy Haynes).
Con il brano che dà titolo all’album si torna ad atmosfere più liriche: una sinuosa introduzione con il clarinetto basso precede una splendida esposizione di Joe Martin al contrabbasso, poi rientra il tenore del leader a terminare il sogno. “Memory and Desire” vede Potter al soprano, mentre gli ultimi due brani, gli oltre dieci minuti dell’astratto “Yosadhara” e lo spigoloso “Sonic Anomaly”, chiudono una prova di grande versatilità all’interno di un progetto coerente e omogeneo. (Danilo Di Termini)