Benché l’etichetta di Manfred Eicher abbia una collana - la New Series - in cui confluiscono dal 1984 musiche di difficile collocazione, dal barocco (e prima) fino ai giorni nostri, per mantenere fede al suo acronimo - Edition of Contemporary Music - anche nella serie ‘normale’, giunta con questo album al numero 2504 (l’inaugurazione è del 1969 con Mal Waldron, numero di catalogo 1001) sono ospitati dischi che molti appassionati di jazz esiterebbero a riconoscere come tali. Allertati così i tradizionalisti, che potranno anche evitare di proseguire oltre, gli altri si predispongano a un’esperienza affascinante e per certi versi unica.
Il trio composto dal clarinettista Louis Sclavis, il violinista Dominique Pifarély e il violoncellista Vincent Courtois è qualcosa se non di totalmente inedito (i tre si frequentano in coppia da molti anni, ma solo in due occasioni si sono ritrovati tutti insieme: nel 2000 per la sonorizzazione di un film muto di Charles Vanel, cinque anni fa con la pianista Aki Takase, di cui abbiamo parlato da poco per il suo disco con David Murray, in “Flying Soul”), certamente di inaudito. Undici composizioni originali, poco più di quarantacinque, intensi, minuti di musica, che richiedono un’attenzione alla quale forse non siamo più abituati. Ma solo così possiamo provare a farci sorprendere dalla cristallina purezza degli otto minuti orientaleggianti di “Mont Myon”, della cadenza estenuante del violoncello su cui si avvita in caduta libera il suono del clarinetto basso in “Asian Fields”, delle corde pizzicate del violino di “Les Nuits”, del finale di “La Carrière”, sommesso e ieratico nella sua maestosità. Meglio ribadirlo: se siete dei convinti sostenitori che it don't mean a thing, if it ain't got that swing, lasciate perdere. Altrimenti preparatevi a scoprire un universo sconosciuto ed entusiasmante. (Danilo Di Termini)