“Non suonare quello che c'è. Suona quello che non c'è” è uno degli aforismi più celebri attribuiti a Miles Davis; suona solo e sempre le “Note Necessarie”, ripete ossessivamente ad ogni intervista Enrico Rava (tanto che il film biografico a lui dedicato di prossima uscita nelle sale si intitola proprio così); senso della misura potremmo chiamarlo più prosaicamente, quello che spesso manca a molti chitarristi, incapaci di fermare il profluvio di note espresso dal loro strumento con disarmante semplicità. A Ralph Towner, che torna dopo i progetti in duo con Paolo Fresu (“Chiaroscuro”) e in trio con i colleghi Wolfgang Muthspiel e Slava Grigoryan (“Travel Guide”), questa fondamentale dote per fortuna non è mai mancata. Lo dimostra ancora una volta in un disco in completa solitudine, di soli quaranta minuti, ma tutti intensi e ineccepibili.
Ascoltatelo nell’unico standard presente - quello che dà il titolo all’album - omaggio alla versione del 1961 di Bill Evans con Scott LaFaro e Paul Motian, una fonte d’ispirazione per tutta la sua carriera, come dichiara nelle note dell’album; o nei due brani che provengono dal repertorio degli Oregon (il gruppo formato con Paul McCandless, Glen Moore e Collin Walcott nel 1971, precursore di molta musica a venire), “Shard” e “Rewind”; e nel commosso ricordo del pianista canadese Paul Bley di “Blue As In Bley”. Splendida la copertina dell’italiana Caterina Di Pierri per un album peculiare e affascinante. (Danilo Di Termini)