A quattro anni dal precedente “39 Steps” il ‘nuovo’ quartetto del chitarrista statunitense torna con un album che conferma la formazione - Marc Copland al pianoforte, Drew Grass al contrabbasso e Joey Baron alla batteria - e soprattutto l’eccellente riuscita musicale. Otto brani per un totale di 48 minuti (il titolo esce anche in lp confermando il ritorno dell’ECM al vinile), cinque a firma di Abercrombie, due del pianista di Philadelphia e una rilettura di “Nardis”, il brano scritto da Miles Davis per Cannonball Adderley nel 1958 e curiosamente mai registrato dal trombettista (nonostante la nonchalance con cui firmasse i brani e benché il titolo sia legato storicamente alle interpretazioni di Bill Evans, sembra che questa volta la scrittura sia da attribuire proprio a Miles). La lunga digressione intorno a “Nardis” è giustificata dal fatto che proprio in quel titolo si evince al meglio, l’universo musicale di riferimento, proprio quello di Evans (al quale si può aggiungere Jim Hall, evidente ispirazione per la chitarra di Abercrombie); il perfetto interplay tra i quattro musicisti chiude perfettamente il cerchio per un disco che necessita almeno di qualche ascolto per riuscire a coglierne la bellezza e la più intima essenza. (Danilo Di Termini)