A tre anni dal progetto con l’ensemble Prism, da cui viene confermato lo stratosferico batterista Eric Harland, Dave Holland ripropone una formazione in quartetto con Lionel Loueke, chitarrista francese originario del Benin e Chris Potter, da tempo sassofonista di fiducia del contrabbassista di Wolverhampton. Diciamo subito che se in un disco di jazz cercate avvincenti sorprese o inaspettate sterzate verso il futuro, la musica di questo quartetto non fa per voi. Troverete invece un gruppo tecnicamente di altissimo livello e molto affiatato, dal vivo capace di infiammare la platea come hanno confermato le recenti date italiane; e in grado di muoversi indifferentemente tra i ritmi caraibici di “Summer 15” (dove il soprano di Potter non fa rimpiangere il Rollins dei tempi migliori) e “Finding the light”, la falsa ballad sinuosa “Blue Sufi”, l’africaneggiante “Sleepless Night”, con una linea suonata all’unisono da sax e chitarra, e che dopo un breve intermezzo vocale sembra rievocare il free degli esordi di Holland, quello dei dischi con Surman e Mclaughlin. Album comunque interessante per tutti gli ascolti, contrassegnato dalla fluidità musicale di Potter e dallo stile chitarristico di Loueke, sorprendentemente poliedrico. (Danilo Di Termini)