Se dovessimo scegliere un solo pregio tra i tanti del chitarrista di Baltimora non avremmo dubbi nell’individuare nello stile unico, originale e riconoscibile, la peculiarità più essenziale. Spesso i pregi coincidono con i difetti e a volte i suoi dischi, complice anche una certa prolificità, risultano a tratti risaputi se non stucchevoli. In questo album, dedicato ad alcune celeberrime colonne sonore, grazie anche ad un interessante gruppo allestito per l’occasione (Eyvind Kang alla viola, Thomas Morgan al basso, Rudy Royston alla batteria e la voce di Petra Haden, la figlia di Charlie, già con il chitarrista in un disco in duo di qualche anno fa), il rischio del ‘birignao’ viene quasi sempre scongiurato: in particolare alcune reinterpretazioni sono molto riuscite, “Psycho” e ”The Shadow of Your Smile” per esempio; ma ripensando alla potenza del disco del 1985 “The Big Gundown”, in cui John Zorn rileggeva l’opera di di Ennio Morricone riunendo la crème dell’avanguardia di quegli anni (tra cui Frisell), si rimpiange la capacità che avuto il jazz di reinterpretare la realtà per trasformarla in maniera vitale e non consolatoria. Resta comunque un ottimo disco, uno dei migliori di sempre di Frisell. (Danilo Di Termini)
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