Ci aveva provato qualche anno fa l’organista Sam Yahel rivisitando in chiave jazz “The dark side of the moon” con risultati alterni. Ora è la volta del chitarrista Nguyen Le che con l’aiuto della NDR Big Band, un’orchestra di Amburgo che al suo attivo molte collaborazioni illustri, e degli arrangiamenti di Michael Gibbs (decano del jazz inglese), si cimenta con uno dei dischi più famosi della storia del rock. Ma al di là del delitto di lesa maestà che molti floydiani doc invocheranno, qui il risultato ribadisce che il jazz non è un semplice genere, ma qualcosa di più o di diverso se preferite. Così non si può prendere una bella canzone e farla jazz sperando che il miracolo avvenga. Se la splendida voce di Youn Sun Nah riesce a salvare e solo in parte “Breathe”, le reinterpretazioni, prudentemente strumentali, di “Time”, “Money” e “The Great Gig in The Sky”, specie quest’ultima, non raggiungono la sufficienza. Ci riesce l’assolo di sassofono di Fiete Felsch in “Us and Them”, per una volta scevro dai pesanti arrangiamenti e dalla chitarra di Le spesso fuori sintonia: insomma un vero pastrocchio. (Danilo Di Termini)