Ci sono dischi, come il secondo per Ecm, dopo “A Long Story” del 2004, della pianista israeliana Anat Fort, che istigano a immaginare le condizioni ideali di ascolto: una vetusta dimora in campagna, meglio se nella brughiera inglese, una poltrona davanti al camino, un buon bicchiere di whisky torbato. Poi si torna rapidamente alla vita di tutti i giorni e il disco perde un po’ del suo fascino, fatto di un pianismo cerebral-romantico, a tratti languido, sempre in bilico tra evocazione e sottofondo di gran classe. Gary Wang al contrabbasso e Roland Schneider alla batteria completano un affiatato trio, che però, a conti fatti, non riesce a emozionare intensamente o conquistare totalmente. A meno che la vostra dimora di campagna non vi aspetti da qualche parte ovviamente. (Danilo Di Termini)