Aggiungere il proprio strumento ad un’orchestra è da sempre un’aspirazione per molti musicisti jazz. Gli esempi non mancano e nemmeno i fallimenti a dire il vero. Ci riprova Brad Mehldau, a sette anni dall’incerto “Largo”, anche in quel caso prodotto da Jon Brion, con dodici nuove composizioni per orchestra (diretta da Dan Coleman), un viaggio – nelle parole del pianista - al quale si uniscono il suo trio (Jeff Ballard alla batteria e Larry Grenadier al contrabbasso), il batterista Matt Chamberlain e i sax di Joshua Redman. Il risultato conferma le incertezze di una formula che resta spesso a metà del guado, in cui la fusione tra i vari elementi è imperfetta e superficiale. Non mancano alcuni momenti riusciti, soprattutto grazie alla vena di Redman, ma il viaggio si riduce a un girovagare senza meta. (Danilo Di Termini)
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