postinoNegli anni '80 in tarda mattinata capitava spesso, alla fine del suo giro, un postino biondo, baffetti, barbetta, sacca sulle spalle ormai vuota di posta, amante della musica country/bluegrass. Non era molto simpatico nè a me, nè a Ste, e ancora più antipatico quando ci siamo resi conto che quotidianamente occupava uno degli otto posti alle cuffie (quelli erano giorni!) e, finito l'ascolto del lp (ovviamente bluegrass) che si era fatto mettere su in uno dei quattro giradischi (ribadisco: quelli erano giorni!), se ne andava senza avvisarci e salutare. Inevitabile infine una mia sfuriata e l'invito ad andare alla Ricordi a sentirsi i dischi, sicuro che lì non avrebbe trovato quasi niente e, in tutti i casi, ad un prezzo molto maggiore del nostro (la Fnac, in Italia, non c'era ancora: quelli erano giorni).

postino antipatico

Poco tempo fa, ad anni di distanza, eccolo riapparire: "Ciao! Sei ancora vivo?", esordisce, "Così sembra", "Ti ricordi di me?", "Oe (leggere come la Oe di Oesterreich), certo" (impossibile dimenticarlo, sprizza sempre la stessa simpatia), "Che tempi, eh", "Eh, sì" confermo, non molto affabile. "Ti ricordi quella volta al concerto di Jorma (n.d.r. ovviamente Kaukonen, probabilmente era suo amico)? Eravamo io, mio cugino (???) e tu, ed io continuavo a dirti – a questo punto sghignazza tutto contento – dai, passami una siga". Lo guardo perplesso: non ho mai fumato in vita mia, non ho mai avuto la fortuna di vedere un concerto di Kaukonen, non ho mai avuto la sfortuna di vedere un concerto insieme a lui.
A questo punto se ne va e salutandomi dice "Quelli erano giorni!".

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