Ciao Giancarlo, la storia dello ‘Strinato’ [v. puntata precedente della rubrica], il cleptomane perfetto contabile dei furti perpetrati, era anche un ottimo esempio delle proprietà terapeutiche di Discoclub. Grazie alla passione per la musica, lo Strinato ha imparato, si spera, a tenere a bada le tentazioni. Certo, il fatto che acquisti solo cd di cantanti donne getta qualche ombra su altri aspetti della sua personalità. Potresti  appioppargli  il triplo tutto arpa pling-plong di Joanna Newsom, così magari lo redimi anche dalla sua monomania…”

Già fatto. Ma non è servito, l'importante è che siano donne, allegre o noiose è indifferente. Ossessivamente metodico anche in questo.

In un’altra puntata della rubrica avevamo ipotizzato una Casa di Riposo Discoclub. Certo, che anche una casa di cura non mancherebbe di utenti-clienti… Puoi raccontarci altre storie che spieghino come  Discoclub, al pari di ogni regime dittatoriale severo ma giusto, punisce ma cura i clienti che sbagliano?

C’è la storia di L che, sotto questo punto di vista, è persino più interessante.banda_bassotti

Anche L, come lo Strinato, era un cliente abituale. Uno quindi di cui fidarsi: questo fino al fatidico giorno. La tattica (mia) è sempre la stessa; avevo visto che da un po' di giorni L faceva movimenti strani dietro il bancone ogni volta che mi allontanavo per servire un cliente. Una mattina, quindi, fingo di andare a cercare un cd, a metà negozio mi giro di scatto e lo sorprendo con un disco in mano preso dai rimpiazzi; lo ripone e io faccio l'indifferente memorizzando però il titolo dell'album. Quasi subito lui mi saluta ed esce dal negozio. Vado subito a controllare e il cd è sparito dal suo posto; esco e lo becco ancora davanti alla vetrina.

"Dove hai messo il disco che avevi in mano?" Il tono della mia voce non deve essere tanto tranquillo, perchè L. sbianca in volto, già normalmente pallido (a proposito mi rendo conto ora che il denominatore comune tra lo Strinato  e L. sono la magrezza e il pallore: dovrò stare più attento a questo dato lombrosiano).

"Io... non.. lo...so."

"Allora entra e cercalo!"

L. mi segue in negozio, si ferma davanti al banco, mette la mano in tasca e, miracolo!, ecco saltar fuori il cd sparito, come dalla tasca di un prestigiatore, accompagnato dal commento: "Ma...non capisco...come sia finito...nella mia tasca...te lo..pago".

"Srzo, pzz mda, fio ptna". Ho l'impressione di essere diventato dislessico. Mi calmo un attimo e scatta l'espulsione, definitiva, per motivi gravi: "Molla qui il disco e sparisci. Non entrare mai piùùù!!”

Finita qui? No. Un'ora dopo mi chiama lo zio commercialista, presso il quale L lavora: "Mio nipote da quando è tornato in ufficio piange disperatamente. Dica lei quanto vuole per farla finita. E' mio fratello a incaricarmi di farle un'offerta." (Faccio  notare che il fratello  in questione è un famoso professore specializzato nel curare il bisogno patologico di rubare - sarà la legge del contappasso?)

Insomma, hanno paura che denunci il rampollo e questo mi rende ancora più furioso: " State pure tranquilli, non lo denuncio. In quanto alla cifra, chieda lei a suo nipote quanti dischi mi ha fregato in questi anni". "Mi dice che è la prima volta". Non ci credo, ma non reggo più la conversazione: "Va bene, però gli dica di non farsi più vedere" e sbatto giù il telefono in faccia al famoso commercialista, fratello del famoso professore, padre del poco famoso ladro.

Fine della spiacevole vicenda? No. Come per il caso dello Strinato c'è la sorpresa finale. Dopo qualche anno,  dalla porta vendo spuntare appena  una faccia pallidissima: "Scusa, me lo venderesti un disco che è in vetrina? Non entro." Cosa fare? Glielo dò e adesso L ogni tanto si presenta, sempre restando sulla porta, a chiedermi qualche disco recensito dal Buscadero.

Quale meraviglioso esempio di percorso di redenzione attraverso la musica! Le lacrime, il senso di colpa, poi il timido ritorno e il riaccoglimento come un figliol prodigo nella casa del padre. O più precisamente sulla soglia della casa del padre (intendendo Giancarlo, perché il padre naturale, detto seriamente, non fa una grande figura). O forse il punto è che, redenzione o meno,  se uno non compra i dischi da Discoclub, dove li compra? 

(Antonio Vivaldi)

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