giankim copia"Giancarlo, il cliente si educa o si reprime?"
"Si reprime. C'è più divertimento."
Come anticipato nella prima puntata della rubrica, in quest'occasione si parlerà delle espulsioni da Discoclub così come delle punizioni corporali che talora le accompagnano. Un osservatore esterno, basandosi sull'adagio "il cliente ha sempre ragione", potrebbe a questo punto pensare a esagerazioni, a frasi ad effetto e invece è tutto vero: Giancarlo Balduzzi caccia dal negozio i clienti a suo giudizio molesti, oppure li percuote con appositi strumenti. E i clienti, salvo rarissime eccezioni, ritornano, ritornano sempre, magari chiedendosi "Perché vado a spendere dei soldi in un un posto dove vengo trattato male?" La risposta sta in ciò che si potrebbe descrivere come un fenomeno simile alla Sindrome di Stoccolma, in questo caso la Sindrome, appunto, di Discoclub: la vittima di maltrattamenti o anche offese ai propri gusti musicali manifesta sentimenti positivi, inspiegabili da un punto di vista razionale,  nei confronti del proprio 'maltrattatore'.
Spiega Balduzzi: "La prima espulsione risale a molti anni fa, quando Gianni M. posò il suo cane Elvis sul banco di vendita. Sì, l'ha preso e ce lo ha poggiato proprio sopra, forse perché il negozio era pieno di metallari e il cane, in un certo senso a ragione, si era impaurito. Ma Gianni non aveva scusanti e venne cacciato fuori insieme a Elvis. Dopo la morte di Elvis è stato riammesso."
gianni
Se nell'intera storia della gestione balduzziana (o dovremmo chiamarlo regime?) di Discoclub rarissime sono state le espulsioni per inadempienze economiche o contrasti 'concreti', abbastanza frequenti, per non dire classiche, sono quelle legate all'indebita manipolazione dei dischi in coincidenza con l'arrivo del "pacco dall'Olanda" (v. precedente puntata della rubrica). Chi tocca i cd o, peggio, li estrae dalle scatole prima che vengano contati e messi in ordine alfabetico, viene colpito alla mano con un oggetto unico al mondo quale il-polistirolo-dall'anima-di ferro (la punizione corporale di cui si diceva) e, in caso di reiterazione del gesto, invitato a lasciare Discoclub. Esistono poi una serie di colpe che, pur non portando all'espulsione, vengono sanzionate con il severo rimprovero verbale, fra queste il mostrare fretta ("Gian, posso pagare ché devo andare via?"), il gettare la carta della focaccia nel cestino del negozio (consumare la focaccia medesima non è neppure ipotizzato) oppure presentarsi con in mano un libro tenuto in modo non impeccabile ("Hai fatto le orecchie alla copertina, vergognati!").
Un sondaggio condotto presso Discoclub in uno dei momenti di massimo affollamento quale la tarda mattinata del sabato rivela che anche taluni insospettabili (persone con un lavoro rispettabile come avvocato o commercialista) sono stati espulsi per "avermi fatto l'imitazione mentre stavo aprendo il pacco dell'Olanda" (sempre quello...) e che praticamente tutti sono stati "spinti fuori" perché presenti in negozio appena prima dell'orario di chiusura.
"A proposito, andateneve un po', sono le 12 e 25 e fra cinque minuti devo prendere l'autobus."
Naturalmente, e a ulteriore dimostrazione dell'esistenza della  Sindrome di Discoclub, nessuno obbietta che l'orario di chiusura ufficiale sono le 12 e 30. E mentre veniamo spinti fuori, resta appena il tempo per annunciare che la prossima puntata della rubrica parlerà del più espulso fra tutti i clienti, Carlo A. (Antonio Vivaldi)

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