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Arisa l'ho vista un paio di volte al supermercato sottocasa e un'altra volta ad uno showcase in cui avevo avuto la netta impressione che fosse una sorta di Orietta Berti dei giorni nostri. Lo dico con il rispetto che si deve a un'autentica professionista quale l'usignolo di Cavriago che, peraltro, in undici partecipazioni al festival, non ha mai vinto; e quindi la cantante genovese di nascita e lucana di crescita ha già fatto meglio.

stevensIl Tenco tornerà a Sanremo; il sindaco, dal palco del Festival, ha confermato che la manifestazione sarà nuovamente accolta dalla città ligure, con un contributo di 100.000 euro. Tripudio generale sul palco e per tutti gli amanti della buona musica. Con la netta sensazione che la musica nel frattempo sia andata da un'altra parte (in un qualche piccolo festival autoprodotto di cui nessuno parla, nemmeno io per esempio) dove né i selezionatori di Sanremo, né quelli del Tenco (e nemmeno io ahimè) sono in grado di trovarla.

Può darsi che "Father and Son" sia "una delle più belle canzoni mai udite" come scrive Michele Serra nell'Amaca del 18 febbraio; dove continuava affermando di aver capito "per certo che nel momento preciso in cui Cat Stevens ha cominciato a cantare ... che cosa manca a Grillo per cambiare il mondo. Non gli manca l'impeto, non gli manca la rabbia, non gli manca, a occhio e croce, nemmeno l'intelligenza. Gli manca la bellezza. La capacità di evocarla e di farne dono agli altri". Può darsi che a Grillo manchino tutte queste cose, anzi sicuramente è così. Di certo a volte la bellezza fa prendere degli abbagli, visto che Cat Stevens (tornato a farsi chiamare con il suo nome d'arte – in realtà Steven Demetre Georgiou – probabilmente su insistenza del manager che faticava a trovargli date e contratti come Yusuf Islam) è lo stesso che all'uscita dei "Versetti Satanici" di Salman Rushdie appoggiò decisamente la condanna a morte emessa dall'Ayatollah Khomeini nei confronti dello scrittore. Sia detto senza polemica, ma solo per ricordare.

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