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Sono sempre stato un sostenitore accanito di ogni tipo di classifica. Giovanissimo, compilavo un quaderno con i dischi da comprare rigorosamente in ordine dal primo al trentesimo, facendoli salire o scendere nella mia personalissima graduatoria a seconda di recensioni più o meno positive, ascolti entusiastici con gli amici o umori e amori del momento (raramente, se non mai, finivo per acquistare il disco primo in classifica; ma questo è un altro discorso). Di conseguenza ho stilato sempre di buon grado l'elenco dei dischi dell'anno, arrivandone anche a farne più d'uno con l'aiuto di uno pseudonimo; ma quest'anno, per la prima volta niente. Voi direte e anche giustamente: chissenefrega? Un attimo di pazienza.top-2013-albums Da novembre, anche in virtù del fatto che nessuno pubblica dischi nuovi negli ultimi due mesi dell'anno, sul web sono cominciate ad apparire le prime classifiche; riviste specializzate, blog di critici, trasmissioni radiofoniche, semplici appassionati (in realtà vista l'esiguità del mercato musicale dietro questa distinzione si nascondono sempre le stesse cento persone) hanno iniziato ad proporre i loro elenchi: Mojo – "The World's Best Music Magazine" – ha messo al primo posto "Dream River" di Bill Callahan; il sito http://www.tomtomrock.it ha premiato gli Arcade Fire di "Reflektor" così come hanno fatto gli ascoltatori di Moby Dick, la trasmissione di Radio 2 RAI; Luca Camisasca, che è un mio amico, su Facebook, ha votato Radical Face. Disco Club (un ircocervo che unisce un negozio e un sito, ma soprattutto le persone più disparate) ha incoronato "Next" di David Bowie; Guru Balduzzi non ha potuto fare a meno di commentare che dopo le molte lamentele per la vittoria nel 2012 di un settantunenne come Bob Dylan, ecco il nuovo che avanza con il sessantasettenne Duca Bianco. Insomma, ognuno fa la sua classifica personale, fiero delle sue scelte, spesso influenzate dal retro-pensiero di come sarà commentata da coloro che si degneranno di darci un'occhiata (il perfect mix prevede un paio di nomi che non conosce nessuno, qualcosa di 'commerciale' per stupire a 360° e poi le passioni più autentiche). E infatti appena stilata la classifica si va al confronto in genere in cerca di conferme alle proprie convinzioni, i più coraggiosi di dischi nuovi da ascoltare, la maggioranza per commentare sdegnato sulla banalità delle scelte altrui. Poi, arriva la classifica dei dischi più venduti in Italia nel 2013 curata dalla FIMI (la Federazione Industria Musicale Italiana): gli Arcade Fire non ci sono, Bill Callahan figuriamoci, Bowie è trentottesimo e dal primo al decimo posto troviamo nell'ordine Ligabue, Modà Jovanotti, Moreno, Emma, Fedez, Marco Mengoni, One Direction, Laura Pausini e Max Pezzali. Così si capiscono molte cose, si leggono i commenti alle classifiche con un altro occhio e ci si scopre con i propri totem in una tribù sempre più esigua.

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