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Nell'anno in cui "Mediterraneo" di Salvatores vinse a sorpresa l'Oscar, il commento di Alberto Moravia (cito a memoria) fu: "Gli Stati Uniti sono in ritardo sul cinema italiano. E il cinema italiano è in ritardo sulla realtà". Impeccabile. Ho ripensato a questa frase leggendo un articolo apparso su "Repubblica" la settimana scorsa e dedicato al gruppo italiano "Il Volo". Si tratta di un trio "operistico-pop" composto da Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble; disgraziatamente mi era capitato di vederli in una trasmissione del sabato sera condotta dall'ineffabile Antonella Clerici, una di quelle in cui bambini che sembrano vecchi, sotto gli occhi commossi di genitori che non hanno mai superato la soglia dell'adolescenza, cantano come se fossero degli adulti consumati. il-volo-albumPensavo che la cosa finisse lì (e già sembrava grave abbastanza), ma poi l'articolo che definisce i tre ragazzotti come "il prodotto d'esportazione italiano di maggior successo in USA dopo la pasta" mi ha fatto capire che le cose erano andate ben al di là di ogni peggiore immaginazione. Com'è potuto succedere? Le storie narrano che alla quarta puntata (nelle prime tre si erano esibiti separatamente) "il produttore Roberto Cenci ha l'illuminazione di farli cantare insieme e quelle note condivise catturano immediatamente l'attenzione di Tony Renis a Hollywood e del produttore musicale Michele Torpedine in Italia. Nel giro di poche ore vengono scritturati dalla produzione Ballandi." Così i tre "hanno catturato l'attenzione delle radio, hanno affrontato tour di successo sui palcoscenici degli States e intanto i loro dischi salivano alti in classifica. L'ascesa del Volo oltreoceano sembra inarrestabile... L'anno scorso Barbra Streisand li ha voluti con sé lungo il tour americano... e ha duettato con loro sul palco." Un'ospitata al al 60° Festival di Sanremo, "un contratto con la Interscope, branchia della Universal Music" (avete letto bene: branchia, forse perché l'etichetta in questione porta ossigeno alla major), un primo album Disco d'Oro in Italia che arriva alle decima posizione su Billboard e anche in Europa vende bene e un secondo disco, "We Are Love", che, ha già raggiunto il mezzo milione di copie vendute solo in Nord America e America Latina. E ora un tour che da qui a Natale li porterà in giro per le Americhe per far ascoltare canzoni come "O sole mio", "Il mondo", "Un amore così grande". Niente da dire: l'immagine italiana negli Stati Uniti non si è mossa di un centimetro: più o meno continuano a vederci in gondola, vestiti da Pulcinella mentre cantiamo qualche bella canzone napoletana. E quanto ai media, televisione e giornali in primis, quanto sono in ritardo sulla musica italiana?

Ps Non sappiamo chi abbia scelto il nome per il gruppo, forse qualcuno che voleva far pensare a Modugno e a "Volare"; di certo nessuno voleva rimandare all'omonimo gruppo anni '70 formato da Alberto Radius e Gabriele Lorenzi (Formula Tre), Mario Lavezzi (Flora Fauna Cemento), Bob Callero (Osage Tribe), Gianni Dall'Aglio (Ribelli), insieme al compositore Vince Tempera. Altri tempi, altra musica.

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