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Mentre il 20 aprile in tutto il mondo si celebrava il Record Store Day, la giornata dedicata ai negozi di dischi, il giornalista musicale del TG1 Vincenzo Mollica non trovava niente di meglio che intervistare nientepopodimeno che Anna Tatangelo in occasione dell'uscita di "un nuovo brano, una nuova pettinatura e una nuova veste dance". Impossibile perdere lo scoop, nelle redazioni di Q, Mojo e Rolling Stones in queste stesse ore stanno saltando molte teste.mix172 Il dialogo dura due minuti e quaranta secondi ed è una delle vette del giornalismo musicale mondiale, roba da far tremare Lester Bangs e Riccardo Bertoncelli, il classico caso, da studiare nelle scuole di comunicazione, in cui chi intervista non ha niente da domandare e chi risponde non ha niente da dire. Capita anche che invece ci siano giornalisti che le domande provano a farle; così su Repubblica di Genova del 21 aprile Lucia Marchiò si dispone di fronte a Raphael Gualazzi, uno degli ultimi equivoci della musica italiana, in occasione dell'esibizione del cantante marchigiano al Carlo Felice. Dopo la domanda sul nuovo album eccone una sullo show: "Omaggia Giuseppe Verdi e Nino Rota?". "Mi sono preso questo permesso" risponde Gualazzi, fino a questo punto rispettoso e modesto; ma poi non resiste e aggiunge "Verdi con la sua musica colta e al contempo popolare, era una sua caratteristica che ho voluto sdoganare". Ecco, sullo sdoganamento la modestia viene un po' meno. Peccato, sarebbe bastato prendere in mano un libro appena scritto da Stefano Bollani - "Parliamo di musica" - e senza nemmeno leggerlo tutto, arrivare a pagina 27: "Un'opera era la musica pop del Settecento e dell'Ottocento, quando ebbe il suo trionfo: è un linguaggio armonico complesso ma estremamente d'effetto". Insomma che Verdi e la musica lirica, in particolare quella italiana, fossero popolari non sembra proprio una scoperta del buon Gualazzi; ma che importanza ha, vedrete che un passaggio dal buon Mollica non sarà negato nemmeno a lui.

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