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A luglio nelle città fa molto caldo, tanto che all'improvvido viandante la metropolitana sembra un buon rifugio, ancor di più in stazioni poco frequentate, dove c'è solo un edicola che sonnecchia accanto alle emettitrici automatiche di biglietti. A volte, anche in queste fermate minori, dimenticate, dove non si avventurano nemmeno i venditori ambulanti, capita di imbattersi in un gruppo musicale, in genere di scarso interesse. astorpiazzollamga5Le cronache miste a leggenda sono piene di artisti che in incognito decidono di esibirsi in metrò, da Sting a Biagio Antonacci, in incognito fino a quando la notizia trapela e procura un po' di pubblicità gratuita (Springsteen lo fece solo per ingannare il tempo e senza nascondere la sua identità, il che fa una bella differenza a pensarci bene). Così ogni volta che ne incontro uno, con la preferenza per cantautori tristi con chitarra, mi soffermo ad ascoltare un momento per cercare di capire se quello che suona di fronte a me è lo scoop del secolo (o del mese), uno dei milioni di aspiranti rocker che giustamente tale resterà fino alla fine dei suoi giorni o semplicemente una persona che ha deciso di esprimersi in un modo semplice e diretto attraverso la musica. I miei preferiti restano però coloro che suonano nella metropolitana davvero per vivere o per sopravvivere. L'altro giorno un gruppo di musicisti zigani (qualunque cosa voglia dire) era in una di queste stazioni semi-deserte: erano tre, una fisarmonica, una chitarra e un contrabbasso. Suonavano anche se ad ascoltarli, non c'era nessuno; quando sono arrivato avevano appena iniziato "Libertango", probabilmente senza nemmeno sapere che Astor Piazzolla la incise proprio a Milano nel 1974, simbolico passaggio per il musicista argentino dal tango tradizionale al Tango nuevo. Probabilmente non sapevano nemmeno che la versione di Grace Jones "(I've Seen That Face Before)" prodotta da Sly and Robbie è stato un hit da "club" in una versione ancor oggi insuperata. Ma loro suonavano, di fronte a un pubblico di una sola persona, una versione plausibile e affascinante, visibilmente compresi nella parte. Anche se nessun ufficio stampa l'indomani lo avrebbe raccontato ai giornali: per loro quella era vita vera.

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