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BOB DYLAN & HIS BAND - Tournée 2009
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ImageIl giorno successivo Dylan si riposa in attesa delle due serate parigine, e mi riposo anch’io a Heidelberg. Il giorno 7 l’appuntamento è al teatro del Palais des Congrès, che generalmente non ospita concerti rock e prevede solo posti a sedere. I fan cercano di forzare la security per stare in piedi davanti al palco ma vengono respinti; si arriva al compromesso di restare seduti in terra, ma nelle prime file. I brani iniziali sono un po’ rovinati da questa bagarre, ma si segnala una bella I'll Be Your Baby Tonight con Bob alla chitarra. Molti i momenti riusciti: una John Brown da brividi, una Chimes Of Freedom molto ben cantata, una Tweedle di qualità come a Monaco, una Masters Of War molto applaudita; tra i brani di maggior vigore, Honest With Me, Highway 61, Thunder On The Mountain e Like A Rolling Stone vedono una band in gran forma e un Dylan di ottimo umore. Po’ Boy non è più una sorpresa, ma è comunque graditissima. Solo per Blowin' In The Wind la security allenta la presa e consente di stare in piedi alle transenne, per salutare degnamente un’altra bella serata.
La seconda e ultima sera a Parigi si apre con una The Wicked Messenger in versione quasi-garage, davvero niente male. Poi di nuovo Lay Lady Lay alla chitarra e Things Have Changed alle tastiere, ancora un’ottima versione di una canzone che live delude difficilmente. Uno dei momenti migliori della serata è dato da una splendida 'Til I Fell In Love With You, totalmente irriconoscibile rispetto all’originale, con Bob che guida la band al centro del palco con la sola armonica: un vero spettacolo. Fra i brani non eseguiti nelle serate precedenti va sicuramente citata una versione veloce, a tratti quasi funky di It's Alright, Ma, nella quale è particolarmente evidente quanto la band abbia tratto beneficio dal fatto che la chitarra ritmica (Stu Kimball) sia stata spostata dalla posizione che teneva fino allo scorso anno, cioè in una specie di Siberia alle spalle di Dylan, insieme a Denny Freeman, Tony Garnier e George Recile, in modo da poter tenere il costante contatto visivo. Verso la fine del concerto, dopo la consueta Highway 61, partono note sconosciute; alcuni momenti di perplessità, poi la sorpresa: è The Times We've Known, versione inglese di Les Bons Moments di Charles Aznavour, un brano che Dylan ha eseguito una sola volta, nel 1998, a New York. Pare che Aznavour fosse in sala, e sia stato dunque un omaggio per uno chansonnier del quale Dylan ha parlato più di una volta in termini elogiativi. Per i bis le transenne si affollano, fortunatamente senza problemi; i pezzi eseguiti sono i soliti tre, con una Spirit On The Water cantata in modo singolare da un Dylan molto divertito, che alla fine scambia frasi e risate con la band.
Quattro ottimi concerti, con una personale preferenza per i due tedeschi, illuminati da arrangiamenti spesso coraggiosi, da ottime performance vocali, e dalla scelta di includere brani poco consueti nella scaletta. (Marina Montesano)

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